Al netto di 11 tizi (credo, impiegati dell’UNICEF, con tanto di maglietta), alla strombazzata iniziativa nazionale #stopbombeinsiria c’erano esattamente 18 persone(in rappresentanza di 25 associazioni: una media di 0,72 persone per associazione). In compenso, ça va sans dire, tutti i media mainstream (ad esempio, il Corriere) si sono precipitati a celebrare questa iniziativa che, sostanzialmente, chiedeva per la Siria una No Fly Zone e, quindi, la salvaguardia dei “ribelli siriani moderati”.
I quali continuano, maldestramente, a cercare un po’ di visibilità sui nostrani mass media; ad esempio, mettendo in Rete foto delle loro recenti decapitazioni di soldati siriani. Ad essi un consiglio: coordinatevi con chi ha garantito il trionfo mediatico di #stopbombeinsiria a voi dedicata. E, comunque, non insistete troppo con quelle foto: datevi una ripulita e, magari, cambiate nome, come ha fatto al Nusra. E, forse, un giorno ci sarete pure voi a Roma ai Sit-in per la Pace e per i Diritti umani.
(articolo già pubblicato nel 2016 nel sito http://pecorarossa.tumblr.com/